C’è sempre un ostacolo davanti alla mia serenità e alla mia voglia di futuro. Testimonianza di R.

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1 Luglio 2022
medu testimonianza

“Vengo dalla Costa d’Avorio e ho lasciato il mio Paese nel 2019. Ero innamorato di una ragazza, ci amavamo e volevamo sposarci. Purtroppo, lei era già stata promessa in sposa ad un uomo potente, un politico della mia zona. La polizia, corrotta da quest’uomo, mi ha catturato e rinchiuso in una cella: mi hanno picchiato e minacciato. Le vedi le cicatrici nelle gambe? Per fortuna, sono riuscito a scappare e sono dovuto fuggire dalla mia città e dal mio Paese perché non ero al sicuro. Mi hanno detto che mi avrebbero ammazzato. Allora ho preso un aereo e sono andato in Turchia con l’idea di raggiungere l’Europa. Mi sono imbarcato assieme ad altri per andare in Grecia, ma ci hanno intercettato in mare e riportato indietro. Ci hanno messo in prigione dove sono rimasto per due mesi circa. La prigione in Turchia è stata terribile, mi hanno torturato in tutti i modi. A seguito di queste torture mi sono ammalato e questa malattia la porterò con me per tutta la vita. Dopo due mesi ero libero e ho tentato nuovamente la via del mare. Questa volta ce l’ho fatta ad arrivare in Grecia. A giugno 2019 sono arrivato a Moria. Pensavo che avrei trovato una vita migliore e invece ho trovato un’isola sovraffollata, condizioni terribili e, soprattutto, non stavo bene e non mi sentivo al sicuro. Uno psicologo si è reso conto della mia sofferenza e mi ha fato fare tutte le visite mediche, dove ho scoperto la mia malattia. Soffrivo molto e non stavo bene, per cui sono stato scelto tra i beneficiari dei corridoi umanitari e così sono arrivato in Italia, in Sicilia. Pensavo che la situazione sarebbe cambiata, che avrei trovato la serenità che mi manca. Purtroppo però, la Commissione Territoriale ha respinto la mia domanda di protezione internazionale. Il diniego è una decisione inspiegabile. Ho davvero molta paura per il mio futuro. Non posso ritornare nel mio Paese, vorrei provare a costruirmi una vita qui in Italia, avere un lavoro, una famiglia e magari dei figli ma mi sembra di trovare sempre un ostacolo. C’è sempre un ostacolo davanti alla mia serenità e alla mia voglia di futuro.”

Testimonianza raccolta dal team di Medu  presso il centro polifunzionale per l’immigrazione di Ragusa dove il team medico- psicologico opera per garantire assistenza  alle vittime di tortura e traumi estremi.

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