Diario di pozzallo #15

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23 Settembre 2020
testimonianza Pozzallo

“L.A. aveva 28 anni e due figli lasciati in Gambia insieme con un matrimonio finito. Lavorare qui in Italia per poter inviare i soldi a casa affinché i figli potessero studiare e magari raggiungerlo qui un giorno era lo scopo principale della sua vita. A volte sorridente, spesso gentile, con mille speranze ma anche tanta sofferenza e una tendenza a bere troppo. Arrivato in Italia nel 2014 si era successivamente trasferito in Germania per lavoro per poi fare ritorno nel nostro Paese. I colloqui con MEDU erano iniziati lo scorso giugno. I motivi per i quali ha lasciato il Gambia non li abbiamo mai conosciuti: era presto e gli faceva troppo male raccontare. Ci saremmo arrivati piano piano perché la sua testa e il suo corpo avevano bisogno di tempo. Il tempo non c’è stato. L.A. è morto una notte di inizio agosto sulla strada che collega Ragusa al mare. Cosa sia successo non lo sappiamo ancora, l’automobilista che lo ha investito mentre era sulla sua bici non si è fermato per soccorrerlo. Per due giorni è rimasto in coma per poi lasciare andare via tutto, sogni, ansie, speranze, paure…
Lo avevo sentito qualche giorno prima: voleva avvisarmi che non sarebbe potuto venire al colloquio perché stava lavorando e che comunque si sentiva meglio. Io sapevo invece che dovevamo continuare il percorso, che era ancora tanto il lavoro da fare. Sapevo che la sua sofferenza era ancora presente ma ero felice perché era ritornato un mezzo sorriso sul suo volto. Ci siamo promessi che ci saremmo incontrati al mio rientro dalle ferie e avremmo ripreso i colloqui. Ho pianto quando mi hanno chiamato per dirmi che era in coma a seguito dell’incidente. Ho pianto quando mi hanno detto che non ce l’aveva fatta.
Un piccolo trafiletto sulla sezione locale de “La Sicilia” informava di un ennesimo incidente su quella strada a seguito del quale un gambiano era stato trasportato in elisoccorso a Palermo in gravi condizioni.

Io voglio dirvi che il gambiano si chiamava L.A. aveva 28 anni e due figli lasciati in Gambia. Voglio dirvi che, come tutti noi, aveva i suoi sogni e i suoi mostri e che mi dispiace non avere avuto il tempo di aiutarlo a coltivare i primi e sconfiggere i secondi. Voglio dirvi, con gli occhi ancora un po’ lucidi, che mi mancherà”.

Testimonianza di Anna Dessì – Psicologa psicoterapeuta del team MEDU Sicilia

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