Diario di pozzallo #14

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24 Giugno 2020
pozzallo giugno 20 medu

“Sono stato a Osama prison per un mese circa, nel periodo del Ramadan di quest’anno. Lì dentro è Osama che comanda: lui tortura in prima persona e fa torturare, beve spesso e bestemmia. Ci sono poi le guardie libiche, armate di kalashnikov, ma anche alcuni prigionieri del sub-sahara vengono utilizzati come aiuto-guardie: fanno un po’ di tutto, dalle pulizie alla distribuzione del cibo. Loro hanno il permesso di picchiare altri prigionieri anche se non gli vengono date armi, usano bastoni o altri oggetti. A Tripoli sono le milizie a rapirti e poi contattano le mafie (termine usato dai migranti per indicare gruppi criminali, ndr) le quali ti comprano e poi ti rinchiudono in magazzini nel deserto per chiederti il riscatto in cambio della liberazione. Ogni zona ha la sua milizia ma tutte sono vestite con divisa militare e collaborano con il governo. Tutti qui abbiamo tentato la traversata più di una volta ma la guardia costiera libica ci ha sempre riportato indietro. A volte la guardia costiera stessa ti chiede soldi, prima di riportarti in prigione: chiedono 1’000 euro altrimenti ti dicono che farai un anno di prigione. So di una persona che ha pagato il giudice 1’500 dinari per non finire in prigione.”

S.S, 25 anni – testimonianza raccolta da MEDU presso il Centro Ex Azienda Don Pietro (Ragusa) a giugno 2020

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