Diario da Pozzallo #13

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24 Aprile 2020
sbarchi medu aprile 20

Si sta per concludere la quarantena dei 102 migranti arrivati con un gommone al porto di Pozzallo la mattina di Pasqua. Nei giorni scorsi il Team MEDU Sicilia si è recato presso il centro di accoglienza ubicato tra le campagne di Ragusa e Comiso scelto per sopperire all’indisponibilitá dell’hotspot dove altri 50 migranti stanno per terminare il loro periodo di isolamento.
Le condizioni psico-fisiche dei migranti sono generalmente buone, pur non senza alcune criticità. Tre di loro sono stati ricoverati in ospedale nei giorni scorsi per TBC, mentre diversi erano i casi di scabbia al momento del loro arrivo a Pozzallo. Durante la visita il Team MEDU ha anche fornito informazioni sulla pandemia in corso, distribuito mascherine e raccolto testimonianze. Queste ultime purtroppo confermano come la situazione dei migranti in Libia sia sempre la stessa: costantemente a rischio di rapimento, detenzione, tortura e sullo sfondo una guerra e la minaccia di un virus la cui presenza è ormai accertata anche lì.
“Sono stato 3 anni in Libia”, ci racconta Y.H., 17 anni, Somalo. “Due li ho passati in una prigione a Beni Walid. C’è una grande buca nel terreno, da cui non si può uscire: è l’ingresso al piano sotterraneo dove mettono i prigionieri, legati a due a due al polso per tutto il tempo: qualunque cosa la devi fare insieme al tuo compagno, incluso andare in bagno. Lì aspetti che ti picchino e torturino.Vedi questa cicatrice vicino al gomito? Me l’hanno fatta con il coltello. Rimani lì dentro a meno che ti vendano o che qualcuno non paghi per la tua libertà. Ci sono ancora tante persone in quel buco, adesso.”

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