M., 20 anni, Costa D’Avorio

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29 Settembre 2017

I miei ultimi 4 mesi in Libia li ho trascorsi in un centro di raccolta nei dintorni di Tripoli, non troppo lontano dal mare. Eravamo circa 500 lì dentro. Si diceva che il centro doveva riempirsi prima di farci partire. I libici venivano ogni notte a prendere uno o due detenuti. A volte i detenuti venivano portai a fare i lavori forzati. A volte venivano portati  a rubare. Molto più spesso  venivano venduti e  portati in un’altra prigione. Ho visto portare via molte persone che non sono più tornate indietro. Il giorno della mia partenza hanno chiamato il mio amico. Lui aveva molta paura di ritornare in prigione così ha deciso di non andare. I libici gli hanno detto che lo avrebbero ucciso. Lui ha cominciato a correre. L’hanno ucciso con due colpi di pistola in testa mentre correva. L’hanno ucciso il giorno della partenza, era quasi salvo. Tutti noi abbiamo guardato questa scena. Poi ci hanno costretto a spostare il cadavere. E ci hanno fatto salire sul gommone.

Testimonianza raccolta presso l’Hotspot di Pozzallo, 29 settembre 2017

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