N. M, 30 anni, Senegal

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22 Novembre 2017

Nel 2017 sono stato rapito nella zona di Tripoli due volte. Mi hanno picchiato e ci davano poco cibo e poca acqua. Mi hanno legato e appeso con una corda: volevano soldi e mi hanno fatto telefonare ai familiari. Non dormo la notte, ho incubi e penso troppo. Ho paura e non è facile parlare di queste cose. Gli arabi della Libia sono cattivi. Mi hanno messo anche in prigione a Misurata per tre mesi. Era una casa a tre piani e la mia cella era molto piccola. Non c’era spazio per dormire a terra e ci picchiavano ogni giorno con un tubo. Mi davano colpi sotto la pianta dei piedi e ancora oggi sento il dolore. Hanno usato con me l’elettricità. Le guardie erano violente e chiedevano soldi. Penso sempre anche al viaggio sul gommone guidato all’inizio da un libico armato. Siamo partiti da Sabratha e i trafficanti libici armati ci hanno scortato con un’altra piccola imbarcazione e dopo poche ore mi hanno costretto a guidare il gommone. Loro hanno invertito la rotta e sono andati via. Non avevo mai guidato un gommone, avevo molta paura e per fortuna siamo stati salvati dopo 6 ore da una grande nave. Poi siamo arrivati a Pozzallo e mi hanno portato per qualche giorno in carcere e poi mi sono ritrovato in strada. Non sono uno scafista e non capisco perché mi hanno incarcerato e poi abbandonato da solo sulla strada. Aiutatemi, aiutate la mia famiglia che vive in Senegal.
Testimonianza raccolta al Centro Polifunzionale di Ragusa, novembre 2017

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